Appunti di vita cristiana verso la Settimana Santa
di don Giovanni
C’è una immagine della mia infanzia che è rimasta impressa indelebilmente nella mia mente. Ogni anno trascorrevo le vacanze scolastiche a Claut, un piccolo paesino di montagna in Friuli: il paese dei miei nonni. Nella vecchia casa colonica non c’era il riscaldamento, ma un’unica stufa a legna posta al centro di una grande cucina.
Ricordo che mio nonno, specialmente di inverno, alla sera tardi – prima di andare a dormire – metteva nella stufa un grande pezzo di legno che lentamente bruciava per tutta la notte. Al mattino, quando si scendeva per la colazione, il ceppo di legno – per quanto grosso – si era interamente consumato e apparentemente il fuoco sembrava spento, anche se la stufa era ancora tiepida. A quel punto, però, arrivava il nonno che con un ferro rovistava nella cenere e – come per incanto – senza sprecare neppure un fiammifero, il fuoco si riattizzava e riprendeva a scoppiettare! Noi bambini restavamo sempre stupiti per quel miracolo inaspettato, ma il nonno sentenziava: “c’è il fuoco sotto la cenere!”.
Fuoco sotto la cenere … è proprio bella questa immagine e soprattutto molto adatta a descrivere la nostra esperienza di credenti.
Noi tutti viviamo dei momenti di entusiasmo nei quali la fede sembra essere come un fuoco scoppiettante e altri momenti nei quali tutto questo ardore sembra pian piano spegnersi.
La vita quotidiana, con le sue tensioni e le sue fatiche, spesso è come una spessa coltre di cenere che ricopre e soffoca ogni nostro entusiasmo. Ma, come ho imparato da bambino, “c’è il fuoco sotto la cenere!”.
Il tizzone ardente della fede, che è stato posto nel nostro cuore il giorno del nostro battesimo, non può mai spegnersi!
Può anche darsi che talvolta sia soffocato da uno spesso strato di cenere, ma può sempre essere riattizzato in qualunque momento.Credo che il Triduo Pasquale che anche quest’anno ci apprestiamo a vivere sia come quel ferro che scuote la cenere e fa’ emergere la brace ardente che permette di ravvivare il dono della fede. Proprio come San Paolo raccomanda al giovane collaboratore Timoteo: “ricordati di ravvivare il dono di Dio che è in te. Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza” (2Tim 2,6-7).
Nella misura in cui sapremo immergerci con generosità in quella fornace ardente che è il mistero della Passione, Morte e Risurrezione del Signore Gesù, la nostra fede, il nostro entusiasmo, la nostra vita saranno rinnovati e ravvivati e saremo capaci di fortezza, amore e saggezza.
Perché “c’è il fuoco sotto la cenere!”.
Perché il dono dell’amore di Dio per noi non si può spegnere! Mai!