La parola ai giovani

di Manuela Stefanoni e i ragazzi dell’oratorio

14 giugno 2021, primo giorno dell’oratorio estivo, HURRA’! Motto dell’anno 2021, azzeccato in tutto e per tutto.
Da genitore ho vissuto con i miei figli adolescenti questo lungo periodo di distanza: scuola, amicizie, oratorio, catechismo, incontri, il tutto avveniva soprattutto via computer, a distanza. A tutti noi è mancato il contatto diretto con le persone, ancor più a bambini e ragazzi. E’ per questo che con grande gioia la nostra parrocchia oggi inizia l’avventura dell’oratorio estivo.
Contingentato e monitorato in sicurezza, a numeri ridotti rispetto a quanto siamo abituati, ma in partenza. Don Giovanni, suor Elsa e suor Daniela pronti e presenti, così come le nostre mamme e nonne volontarie, e come tutti gli anni c’è stato anche il lavoro importante della segreteria che come sempre ha curato le preiscrizioni, iscrizioni, messaggi e aggiornamenti, come gli anni scorsi preiscrizioni da metà maggio ma tutto online (i tempi cambiano e le segretarie si adeguano…).
M
a il nostro pezzo forte sono gli animatori.
Anche loro in forma ridotta rispetto ai numeri che eravamo abituati, determinati a portare a frutto l’anno di preparazione all’oratorio, ricco di incontri ed esperienze effettuate come era possibile fare.
I due gruppi di giovanissimi ed adolescenti ci hanno rilasciato due interviste che vorrei proporvi: nelle loro parole il cammino intrapreso e la voglia di vita che caratterizza l’adolescenza e che auspico faccia parte sempre anche dell’entusiasmo noi adulti, con l’aiuto della preghiera e delle sane amicizie.

Buon cammino ragazzi, tifiamo per voi!
Manuela

Adolescenti:

L’oratorio, un posto sicuro dove crescere e divertirsi con gli amici; ma cosa succede se il nostro luogo felice viene stravolto da un’epidemia globale?
Il covid ha stravolto la vita di tutti, ma nonostante questo i nostri educatori non si sono dati per vinti e sono riusciti, in presenza o a distanza che fossimo, a realizzare un percorso d’incontri vario e sempre stimolante.
Un viaggio di riflessione alla scoperta di noi stessi e di quelli che sono i legami più importanti della nostra vita: famiglia, amicizia, amore e molto altro ancora.
Tra le risate di Luis e Andrea, l’intraprendenza di Francesca, la disponibilità di Federico e la dolcezza di Sandra, da insieme di adolescenti poco inclusivo e frammentato, il gruppo ADO 2020/2021 è diventato un vero e proprio team di animatori, ma prima di tutto di amici, pronti ad affrontare l’oratorio estivo anche quest’anno!
Ma adesso parliamo un po’ degli incontri: uno particolarmente significativo per noi è stato quando abbiamo dovuto rappresentare come gli altri ragazzi del gruppo appaiono ai nostri occhi.
A ognuno è stato chiesto di disegnare un compagno, mettendo in luce quelli che secondo noi erano il suo carattere e i suoi tratti distintivi.
Un’altra volta invece, abbiamo dovuto ricostruire il nostro albero genealogico, evidenziando i legami di parentela più importanti e da quali familiari abbiamo ereditato le nostre caratteristiche fisiche e caratteriali più distintive e uniche.
Un mercoledì sera dopo l’altro, abbiamo imparato cosa significa fare parte di un gruppo, cercare di conoscere tutti, anche chi sembra non avere niente in comune con te; abbiamo imparato a non essere superficiali e a non giudicare un libro dalla copertina, perchè ognuno ha una storia di cui nessun sa nulla, il difficile è riuscire a scoprirla!

Zoe e Melissa



Gruppo Giovanissimi:

Nonostante le difficoltà dovute al Covid19, il gruppo Giovanissimi non si è dato per vinto ed ha intrapreso un importante cammino di fede e di crescita individuale e di gruppo. Ci si riuniva ogni mercoledì sera, a distanza o in presenza, e le tematiche affrontate erano: amore, amicizia, famiglia, relazioni interpersonali e la relazione con sé stessi.

L’incontro tipo
Gli incontri erano così strutturati: una prima parte era dedicata all’introduzione dell’argomento, in seguito una mezz’oretta di riflessione individuale per poi condividere il nostro pensiero con gli altri divisi in piccoli gruppetti.
L’introduzione all’argomento poteva avvenire in modi diversi. In alcuni incontri avveniva sotto forma di dialoga tra noi ragazzi, le nostre educatrici e il don; altre volte si iniziava con la visione di un video sul quale dovevamo riflettere e fare considerazioni. Dopodiché ci veniva lasciato il tempo di riflettere su quanto appena discusso o visto e di pensare alle nostre esperienze, ai nostri trascorsi, alle nostre emozioni e ai nostri sogni o desideri. Infine arrivava il tempo della condivisione; solitamente svolta in quattro gruppetti più piccoli, per fare in modo che anche i più timidi si potessero esprimere rimanendo più rilassati, ma talvolta anche nella totalità del gruppo.

La crescita del gruppo
Man mano che gli incontri si susseguivano, abbiamo potuto notare una profonda maturazione e affiatamento del gruppo. All’inizio esso era frammentato in piccoli gruppetti isolati e chiusi e la fase di condivisione era molto povera. Questa situazione andò migliorando ad ogni incontro, fino ad arrivare alla formazione di un gruppo coeso e attivamente partecipe in ogni fase dell’incontro, dalla riflessione personale alla condivisione con gli altri.
Si instaurò un rapporto di profonda fiducia e rispetto reciproco, che permise ad ogni partecipante di esprimersi tranquillamente, senza imbarazzo o paura di un giudizio. Ciò fu reso possibile perché ogni membro del gruppo ha imparato che tutti hanno una storia che è degna di essere ascoltata, dalla quale si può conoscere meglio l’altra persona e può nascere una sana amicizia.

Incontri “speciali”
Non tutti gli incontri erano uguali. Ci sono stati alcuni incontri particolari nei quali si facevano attività diverse dal solito, come testimonianze di fede e amore, ad esempio quella di Fabio e Simona, o lavori individuali e di gruppo.
Un esempio può essere un attività particolare svolta in uno di questi incontri: abbiamo simulato una vicenda portata davanti ad un giudice di pace che aveva dei protagonisti dei genitori ed un ragazzo. La giuria fu interpretata dalle educatrici e il don, mentre i genitori e il ragazzo furono interpretati dai ragazzi, divisi in due gruppi.
La vicenda portata ai giudici era la seguente:” Il ragazzo chiese ai genitori di poter partecipare ad una festa organizzata da dei suoi amici. I genitori erano fortemente contrari, ma, di fronte all’insistenza del ragazzo, decisero di acconsentire per l’esasperazione. Il ragazzo finisce col farsi male e finire all’ospedale. La colpa di quanto successo è del ragazzo che non è stato abbastanza attento o dei genitori che non gli hanno impedito di andare alla festa?”
Lo scopo centrale di questa attività era il lavoro di gruppo e il sapersi immedesimare nel ruolo di genitori, responsabili e severi, e in quello del ragazzo. Al termine la “vittoria” fu assegnata ai genitori, poiché erano stati in grado di lavorare più efficacemente in gruppo ed erano riusciti a portare argomentazioni più solide rispetto all’altro gruppo.

Alice, Andrea e Giulio