Sottovoce
di Maurizio Dell’Acqua
So che scrivendo il titolo in questa forma potrei rischiare di incorrere in un sonoro rimprovero da parte dei puristi dell’idioma latino. Difatti, l’ortografia corretta sarebbe: tu quoque, ma ho preferito stabilire quest’ordine italianizzato per enfatizzare il senso di questa frase antica, che ancor oggi viene spesso citata e che possiamo tradurre semplicemente in: anche tu?!
Facendo solo un piccolo sforzo di memoria, sicuramente ricorderemo che queste furono le ultime parole pronunciate da Giulio Cesare prima di cadere assassinato nella congiura ordita contro lui nel palazzo del senato romano.
Quell’enorme sbigottimento era dovuto al fatto di aver riconosciuto tra i congiurati il figliastro Bruto, che mai avrebbe immaginato capace di un’azione così spietata contro di sé.
Il tradimento è sicuramente l’atto più meschino, più vile, più esecrabile di cui sia capace la natura umana.
Quando ci capita di discutere su questo argomento, quasi istintivamente siamo portati a pensare al tradimento compiuto da Giuda. Ma qui siamo di fronte a qualcosa di diverso, che definire solo tradimento è poca cosa. Giuda deve compiere quell’atto affinché possa attuarsi l’opera salvifica redentrice di Gesù. Tant’è che gli esegeti e i teologi sono inclini a ritenere che il peccato grave di Giuda non sia tanto il tradimento in sé, ma il fatto che lui non abbia confidato nel perdono del Signore e che, per la vergogna provata per quanto aveva provocato e per l’enorme rimorso, si sia poi suicidato.
Tornando all’argomento principale, il tradimento, anche se volessimo ridimensionarlo a un atto veniale, ci verrà veramente impossibile giustificarlo.
Basti pensare al tradimento coniugale, spesso consumato solo per appagare un effimero desiderio trasgressivo–edonistico. Ma, poi, cosa provoca? Sicuramente quasi subito la frantumazione della reciproca fiducia. Quel rapporto, che fino a poco tempo prima, appariva saldo e ammirabile, ad un tratto non esiste più.
Gli psicologi paragonano il superamento del trauma del tradimento alla stessa stregua dell’elaborazione di un lutto.
Sembrerà strano, ma questo vale per ogni tipo di tradimento: che sia sul versante sentimentale, oppure da parte di un amico che si credeva fidato, infine anche quello nell’abiurare una causa ideologica.
E tutti quanti questi casi subiscono lo stesso percorso razionale e sono pure ugualmente caratterizzati dalla grande difficoltà della rimozione affettiva, del superamento psicologico e del perdono.
Nel Web circola da tempo una frase attribuita a Buddha, molto attinente a questo argomento, e che riporto testualmente:
Prima di parlare, domandati se ciò che dirai corrisponde a verità, se non provoca male a qualcuno, se è utile, ed infine se vale la pena turbare il silenzio per ciò che vuoi dire.
Io mi sono permesso di fare alcune piccole modifiche che ho evidenziato in corsivo e in grassetto:
Prima di parlare e di agire, domandati se ciò che dirai e che farai corrisponde a verità, se non provoca male a qualcuno, se è utile, ed infine se vale la pena turbare il silenzio per ciò che vuoi dire e che vuoi fare.